22 Maggio 2023

Disfunzione erettile: le origini e la cura

La disfunzione erettile (DE) è una patologia che colpisce circa il 10% della popolazione occidentale generale, ma cresce gradualmente con l’aumentare dell’età, arrivando fino al 50% nella fascia compresa tra i 40 ed i 70 anni. Si stima che in Italia oltre 3.000.000 di uomini ne soffrano.

La prevalenza media globale della DE varia dal 14% al 48%, con tassi maggiori negli Stati Uniti e nel Sud Est Asiatico, se confrontati con quelli Europei. Per quanto riguarda la popolazione italiana, l’unico studio epidemiologico attualmente disponibile nella popolazione generale è quello di Parazzini e coll., che su 2.000 soggetti ha riportato una prevalenza complessiva di DE (completa e incompleta) del 12.8% e ha confermato un significativo aumento della DE con l’avanzare dell’età (2% tra 18 e 30 anni e 48% oltre 70 anni).

 

Quali sono i sintomi?                                       

I soggetti con disfunzione erettile possono faticare sia ad avere un’erezione del pene sia a mantenerla. Se essa ha origine organica, inoltre, l’uomo presenta una riduzione delle erezioni spontanee mattutine, il cui scopo è la ri-ossigenazione del pene.

La DE, quindi, può essere di origine organica, quando è dovuta a problemi legati al funzionamento dell’organismo, oppure essere legata a un problema di tipo psicologico. In questo caso ha spesso ripercussioni sulla vita quotidiana in termini di benessere, umore e resa lavorativa. Inoltre può influenzare il rapporto di coppia, quando il partner si sente rifiutato o non desiderato.

 

Come si cura la DE? 

Molti pazienti sono costretti a seguire la terapia farmacologica per tutta la vita, soprattutto se hanno un’età avanzata, se soffrono di diabete o di problemi neurologici. I pazienti più giovani, invece, affiancano spesso alla terapia farmacologica un percorso psico-sessuologico: l’unione delle due terapie consente di risolvere il problema.

I farmaci di prima linea sono gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 e potenziano il suo meccanismo, inducendo un’erezione naturale e non artificiale. Quando questi farmaci da soli non funzionano si possono associare alle onde d’urto a bassa energia, che migliorano il microcircolo vascolare, oppure ad iniezione intracavernosa di prostaglandine. In ultimo si può ricorrere all’impianto di protesi peniene in tutti i pazienti che non rispondono ai trattamenti convenzionali.

 

Dott. Luigi Napolitano

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