4 Dicembre 2023

TUMORE DELLA PROSTATA E FAMILIARITA’

Il cancro della prostata è la neoplasia più frequente nella popolazione maschile. Rappresenta il 18% di tutti i tumori diagnosticati nell’uomo, e circa un uomo su 8 nel nostro Paese ha probabilità di ammalarsi nel corso della sua vita. Le stime relative all’anno 2020 parlano di 36.074 nuovi casi l’anno a livello nazionale. Esistono diversi fattori di rischio per il tumore della prostata e tra questi la familiarità, l’età e la razza rappresentato quelli più importanti. Per familiarità si intende la presenza di più casi di tumori in una stessa famiglia. Uno studio condotto dai ricercatori delle Università di Umea e Lund, in Svezia, e pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute, ha preso come fonte il Prostate Cancer Data Base Sweden ed ha infatti analizzato il destino di oltre 50.000 persone che avevano un fratello o il padre o entrambi malati e hanno così scoperto che:
– chi ha un fratello malato ha un rischio del 30% di ammalarsi prima dei 75 anni, mentre per chi non ce l’ha il rischio è del 13%;
– i primi hanno un rischio di sviluppare una forma aggressiva del 9%, contro il 5% dei secondi;
– gli uomini che hanno sia il padre che un fratello malati hanno un rischio che è circa triplo rispetto a chi non ha parenti di primo grado con la stessa malattia; in particolare, per costoro il rischio generico di avere un tumore prostatico è del 48% (contro sempre il 13% delle persone senza parenti malati), mentre quello di sviluppare carcinomi aggressivi è del 14% (rispetto al già citato 5%);
– l’aumento di rischio si vede in coloro che hanno un parente con una forma ad aggressività medio-
alta.
Alla luce degli studi effettuati è importante sottolineare che i soggetti con parenti diretti (padre o fratelli) colpiti da tumore alla prostata dovrebbero sottoporsi ad attento monitoraggio già a partire dai 45 anni ( così come indicato nelle linee guida internazionali), senza trascurare la prevenzione, che rappresenta la vera e più efficace arma a nostra disposizione.


Dott. Luigi Napolitano

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