L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera l’infertilità una patologia e la definisce come l’assenza di concepimento dopo 12/24 mesi di regolari rapporti sessuali mirati non protetti.
Gli ultimi dati dell’Istituto superiore di Sanità ci dicono che in Italia circa il 15% delle coppie soffrono di infertilità, dato lievemente in aumento rispetto alla popolazione mondiale (10-12%). Alla base di questa patologia possono esserci diverse cause: malformazioni anatomiche e funzionali dell’apparato riproduttivo, alterazioni ormonali, infezioni pregresse delle vie uro-genitali, alterazioni genetiche o terapie farmacologiche come la chemioterapia. Tuttavia, da qualche anno a questa parte, ci sono numerose evidenze scientifiche che dimostrano come la fertilità sia influenzata anche e soprattutto da fattori ambientali, tra i quali la dieta e lo stile di vita.
L’aumento del peso corporeo, legato ad una dieta scorretta e a una scarsa attività fisica, comporta a lungo termine degli squilibri ormonali che influiscono sulla fertilità. In particolare, nel sesso maschile, l’adipe in eccesso è stato associato a una riduzione dei livelli di testosterone libero nel sangue e a un aumento della concentrazione di estrogeni. Lo squilibrio tra ormone maschile e ormone femminile provoca un’alterazione della funzionalità testicolare con una successiva cattiva spermatogenesi.
Inoltre, gli uomini con bassi livelli di attività fisica e uno stile di vita più sedentario presentano un innalzamento della temperatura testicolare rispetto alla norma con un ulteriore peggioramento del liquido seminale. L’adipe in eccesso è strettamente correlato anche ad una patologia che colpisce circa il 20 % della popolazione italiana: la sindrome da apnee notturne ostruttive (OSAS). Questa patologia agisce in maniera negativa indirettamente sulla spermatogenesi. Infatti, i continui risvegli legati alle apnee notturne alterano il ritmo circadiano del testosterone, riducendone i livelli di produzione e quelli circolanti.
Esistono diversi studi in letteratura che evidenziano l’influenza dell’alimentazione sulla fertilità maschile. I nutrienti per i quali sono stati riportati effetti positivi sono quelli che aiutano la ‘’costruzione’’ delle cellule germinali maschili. In particolare, gli acidi grassi Omega-3 e Omega-6, costituenti essenziali della membrana cellulare degli spermatozoi, sembrerebbero influenzare positivamente tutti i parametri del liquido seminale e andrebbero a stimolare la produzione di testosterone. Anche l’acido folico è necessario per la corretta spermatogenesi, al punto che la sua carenza nella dieta si assocerebbe a un aumento della frammentazione del DNA spermatico. Sostanze antiossidanti, quali vitamine A ed E, zinco e selenio, contribuirebbero infine a proteggere gli spermatozoi dal danno ossidativo da radicali liberi.
In base ai dati attuali, invece, non esistono alimenti nocivi per la fertilità, fatta eccezione per l’alcol etilico. Con un effetto quantità-dipendente, l’etanolo ad alte dosi danneggia nel testicolo le cellule che producono il testosterone e quelle che presiedono alla maturazione degli spermatozoi; anche nell’ovaio ha effetti diretti sulla maturazione della cellula uovo, mentre nel fegato altera il metabolismo degli ormoni in entrambi i sessi. Può anche ostacolare lo sviluppo degli embrioni, il loro impianto nell’utero e la loro regolare evoluzione, causando una grave sindrome malformativa, nota come sindrome feto-alcolica.
Quindi, per migliorare la qualità del proprio liquido seminale è fondamentale la combinazione di un’alimentazione sana ed equilibrata, una buona dose di attività fisica quotidiana ed evitare comportamenti scorretti come l’abuso di alcol o il fumo di sigaretta.
E’ importante seguire una dieta variegata, ricca di frutta e verdura, prediligendo quella fresca e di stagione che conserva vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti, fondamentali per proteggere gli spermatozoi e migliorarne la qualità. Preferire alimenti ricchi di grassi polinsaturi, presenti soprattutto nel pesce azzurro, e poveri di quelli saturi, presenti nei prodotti di origine animale.