La sessualità è influenzata dall’assetto ormonale del soggetto che a sua volta risponde a quello che mettiamo in tavola.
L’obesità, ad esempio, riduce la fertilità maschile, la perdita di peso, invece, la migliora. Una scarsa alimentazione, inoltre, soprattutto nelle donne è associata ad un aumento dei comportamenti sessuali a rischio.
Tra gli alimenti che riducono la fertilità ricordiamo: gli acidi grassi saturi (di origine animale come burro, formaggi, lardo), alimenti ad alto indice glucidico (come torte, pasticcini, merendine), dieta ricca in carboidrati e un’alimentazione ricca di proteine animali (carne rossa principalmente).
La squadra che invece migliora e mantiene la salute sessuale è composta da: omega-3 e omega-6 (olio d’oliva, olio di fegato di merluzzo, pesce azzurro), alimenti a basso indice glucidico (riso, quinoa, farro, orzo), una dieta povera in carboidrati, proteine di origine vegetale (legumi) ed antiossidanti (ribes, ananas, frutta e verdura).
Gli isoflavonoidi (contenuti nei cereali ad esempio) riducono la fertilità maschile, ma migliorano la sessualità nelle donne in menopausa. Il latte intero migliora la sessualità nella donna, mentre l’uomo beneficia di quello scremato.
Per quanto riguarda gli integratori come bioarginina, vitamina D e B e yohimbina, la loro efficacia non è stata ancora sufficientemente testata. Sicuramente, un ruolo importante è quello della dieta mediterranea, che equilibra macro e micronutrienti e che permette di mantenere una “mens sana in corpore sano”.
Dr. Francesco Di Bello