15 Dicembre 2022

Androday 2022, la giornata dedicata alla salute maschile

Anche quest’anno Fondazione PRO, nel mese di novembre, come ormai avviene da diversi anni, ha celebrato la Giornata Internazionale dell’uomo.

Il 16 novembre, nella cornice di Palazzo Fiano, a Roma, in occasione dell’evento denominato “ANDRODAY – La familiarità del tumore della prostata: tra ricerca e prevenzione” è stato presentato il progetto di screening nazionale sulla familiarità del tumore prostatico promosso da Fondazione, Fnomceo e Agenas con il supporto di Netmedica e si è, inoltre, discusso di prevenzione e su come questa non sia ancora una pratica diffusa tra la popolazione maschile italiana. 

 

Le neoplasie prostatiche sono le più frequenti nell’uomo (19% di tutti i tumori maschili). 

Il tumore della prostata ogni anno colpisce circa 40.000 uomini e ne uccide 7.000 ed è divenuto, nell’ultimo decennio, il tumore più frequente nella popolazione maschile dei paesi occidentali.

Nel 2020, sono state stimate circa 36.000 nuove diagnosi e nel 2021 sono stati stimati 7.200 decessi causati dal tumore della prostata. 

 

Va sottolineato, però, un dato positivo: in Italia, dopo una diagnosi di tumore della prostata, gli uomini viventi sono 564.000. 

 

Ciò che è più importante evidenziare, è che gli uomini con un padre o un fratello che hanno avuto un tumore della prostata
corrono un
rischio doppio di ammalarsi. Il rischio, inoltre, aumenta con l’aumentare del numero dei parenti malati.  Per chi ha avuto un padre e un fratello o due fratelli malati, le probabilità di ricevere la temuta diagnosi salgono al 55 % a 75 anni. Non basta chiamare in causa una generica familiarità per ipotizzare un generico rischio: bisogna tenere in considerazione l’età, la diagnosi e il numero di parenti che hanno avuto un tumore della prostata.

Familiarità, ma anche consapevolezza dei rischi per combattere il tumore della prostata. Nel corso dell’evento sono stati presentati anche i risultati dello studio realizzato da Ipsos per Fondazione PRO: gli italiani in tema di cura e prevenzione hanno ancora un “gap” da colmare. Il sondaggio, eseguito su un campione di uomini tra i 50 e i 70 anni, ha evidenziato come la popolazione maschile sia restia ad andare dal medico. Per quanto riguarda la consapevolezza sulla familiarità del tumore della prostata, poco più della metà degli uomini intervistati si dice consapevole del fatto che ci siano fattori di rischio di notevole incidenza e, tra questi, la familiarità è solo seconda ai comportamenti e alle abitudini. Nello specifico emerge che il fattore familiare/ereditario nella sua versione incrociata (tumore alla mammella /tumore della prostata) risulta essere conosciuto da un 50-70enne su tre, mentre i restanti due terzi ne sono ignari. 

 

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